LA CRISI DELLE MATERIE PRIME
UN PROBLEMA STRUTTURALE PER L'EUROPA
"Una tempesta perfetta" così la definisce l'AGI (Agenzia Italia). Non è solo una questione di COVID, la pandemia ha solo rivelato il problema. Le cause di questa situazione sono strutturali e sono conseguenza di una pericolosa politica di
deindustrializzazione dell'Europa che ha trasferito prima la produzione e poi l'interesse dei venditori verso i mercati della CINA e degli USA. Tutto questo ha generato una
dipendenza nei confronti di questi paesi (oltretutto in forte ripresa) per quanto riguarda sia i prodotti semifiniti che per quanto riguarda le materie prime.
A queste dobbiamo poi aggiungere le
"misure di salvaguardia" previste dalla legislazione europea, che impongono l'applicazione di dazi del 25% laddove vengono superati i limiti di import per alcune materie prime da Paese extra Ue.
LA CRESCITA DEL COSTO DELLE MATERIE PLASTICHE LEGATE AL PETROLIO
Complice della crisi è anche il forte rialzo del prezzo del "Brent" dai minimi raggiunti lo scorso aprile (+148%). Polimeri di riferimento per l'industria manifatturiera quali l'etilene, il polipropilene e il PVC hanno riportato rispettivamente incrementi di prezzo del 58%, 34% e 42%. Fonte: AGI | Agenzia Italia
LA SCARSA REPERIBILITÀ DELLE MATERIE PRIME
Al problema dei costi dobbiamo aggiungere anche quello della scarsa disponibilità. Si prevede infatti che con la forte crescita della domanda interna di CINA e USA e di quella globale a partire dal 2° semestre del 2021, la reperibilità delle materie prime sarà un problema ancor più dannoso rispetto a quello del costo, mettendo a rischio la produzione di molti altri settori industriali tra cui sicuramente quello dell'acciaio e della plastica, entrambi strategici per un modello di economia moderno come quello dell'Europa.
L'ALTERNATIVA DELLE MATERIE PRIME DI SECONDA VITA
In uno scenario in cui le materie prime vergini scarseggiano o sono troppo costose, il ricorso alle materie prime di "seconda vita" potrebbe aprire nuove prospettive.
Diverse ricerche dimostrano come molte materie di seconda vita (riciclate) potrebbero rappresentare una valida alternativa alle materie prime vergini (prima scelta), specie se adottate da mercati maturi e con infrastrutture pronte per sostenere un'economia circolare come quello dell'Europa.
In questo ambito e negli ultimi anni sono stati fatti progressi importanti in molteplici settori come quello delle leghe ferrose, dei rifiuti urbani in generale e dei polimeri.
UN'INVERSIONE DI PROSPETTIVA PER L'INDUSTRIA CIRCOLARE
Nello scorso biennio abbiamo assistito ad un preoccupante rallentamento in Europa dell'industria circolare ed in particolare della plastica riciclata. Questo fenomeno era dovuto ai prezzi delle materie vergini in caduta libera e al rallentamento delle produzioni a causa del Covid-19.
«Se la situazione dovesse persistere e non verranno prese misure per porre rimedio, il riciclo della plastica cesserà di essere redditizio, ostacolando il raggiungimento degli obiettivi fissati dall’Ue e mettendo a rischio la transizione verso l’economia circolare». Ton Emans, Presidente di Plastics recyclers Europe
A partire dal Q1 2021 stiamo invece assistendo ad un nuovo paradosso con il costo dei prodotti realizzati in PP vergine che cresce in modo esponenziale rispetto al costo del C3 (materia di base per produrre il polipropilene).
Ovviamente questo ha un impatto importante sul costo finale del prodotto.
Trend costo €/t PP in Europa.
In arancio il costo medio del polipropilene. In azzurro il costo del C3 (materia di base per produrre il PP)
L'unica giustificazione che possiamo dare è una speculazione senza precedenti da parte dei rispettivi produttori.
C'è da dire che anche la materia prima riciclata sta subendo un aumento dei costi, ma l'impatto sul prodotto finito è semplicemente proporzionato e non esponenziale.